Artificial-Intellect

Siamo di fronte alla cosiddetta quarta rivoluzione industriale o industria 4.0 grazie ad AI, robotica, internet of things e produzione addittiva. Stiamo assistendo al quarto grande cambiamento avvenuto negli ultimi tre secoli di storia dell'umanità. Nulla di nuovo sul pianeta terra e nel dominio personale degli esseri umani probabilmente.

Davanti a questi fenomeni si crea però incertezza, paura e timore per il mondo che verrà. C'è chi vede opportunità nel vendere paura e c'è chi corre a prendersi opportunità di miglioramento. Percarità, c'è bisogno di chi inventa la macchina e di chi vende l'airbag, di chi inventa l'aereo e di chi inventa il paracadute. C'è bisogno di chi inventa e di chi spaventa, e probabilmente in questo processo l'umanità riesce a progredire abbastanza linearmente nonostante le forti idee contrastanti. Ma è difficile fermare il fascino del nuovo motore a scoppio mentre c'è chi propone di tornare al cavallo per muoversi.

La storia ha creato vignette del terrore sulle reti elettriche capaci di uccidere o mostrare come l'automatismo industriale creava esseri umani robotizzati dal processo lavorativo. Pensiamo a "Tempi moderni" di Charlie Chaplin, prima si aveva paura di lavorare troppo, ora di non lavorare affatto con l'AI! Riusciranno mai le masse a non comportarsi in modo schizzofrenico passando da poli opposti, da stati di up e down estremi di idee, valutazioni e  considerazioni?

Pensiamo ai precisi e metodici contabili, rimasero spaventati all'arrivo della calcolatrice...mentre oggi saper tenere di conto non è più una dote eccellente...forse in cina dove a mente fanno moltiplicazioni a tripla o quadrupla cifra..ma quella siamo sicuri sia intelligenza o piuttosto autismo! Ci spaventa quel tipo di competizione? O è solo tantissima energia buttata per un fine superficiale.

Peró se osservo la dimensione emotiva umana, credo che oggi questa AI stia minando qualcosa di più profondo che è l'intelligenza...e su questo aspetto si gioca molto del nostro attaccamento. E se l'intelligenza fosse una caratteristica fin troppo superficiale rispetto alla vastità dell'intelletto umano? Forse è perché mina il paradigma sul quale noi stessi ci identifichiamo...cazzo! Ci chiamiamo sapiens!...e mina anche il nostro ego che si identifica come il più inteligente sul pianeta!

Sia chiaro, se l'AI diventasse più inteligente di noi tanto da fare un salto di specie ciò non porterebbe automaticamente alla nostra estinzione. Ma saremmo fermamente convinti di continuare a chiamarci Homo Sapiens?

Se ci superasse inbinteligenza senza salto di specie potremmo definirci piuttosto Homo Intellectual e forse spostare la nostra sfida alla natura su un ambito ben più vasto di quello dell'intelligenza. Essa già a mio avviso non è altro che una dote secondaria. Molti si sentono attaccati da prodigi di 18anni che riescono a fare molte più cose di loro mentalmente o sportivamente (incluso scopargli la moglie), quindi qualche AI che sfugge al nostro controllo forse è già presente (inclusa la moglie che ti fa becco). Empatizziamo con chi è simile a noi e appartiene alla stessa specie...forse...questo non vuol dire che non sia già di per se una minaccia. Ma l'accettazione e il superamento forse l'unica cosa sana e risolutiva. C'è gia gente più inteligente di noi la fuori e si sta scervellando sulla AI con molta meno paura di quanto senta al bar!

Da semplici scimmie, esseri molti simili alla restante espressione naturale, abbiamo iniziato ad inventare mezzi, strumenti e narrative per descrivere la natura stessa. Abbiamo creato storie per giustificare la nostra natura, idee e discendenze. Nell'osservare il sole abbiamo notato che esso ruotava intorno a noi, intorno alla "nostra" terra. L'osservazione, la ricerca di pattern, l'ipotizzare teorie è già di per se un metodo scientifico, semplice, ma nella sua versione embrionale.

Arrivammo poi a scoprire che in realtà non è il sole a girare intorno alla terra, piuttosto che la nostra bella terra, su cui però siamo l'apex predator(forse fino ad ora) a girare intorno ad esso. Ecco che avvenne così la Rivoluzione Copernica. Venne molto screditata, e sappiamo a cosa andarono incontro gli eretici. Intorno a queste teorie si erano creati centri di potere e forse l'affronto più che alla posizione di potere era ad un forte senso di attaccamento ad una idea, principio di riconoscimento e di comodità esistenziale. Poi ci si è messo anche Darwin a dire che eravamo come le altre specie, non discendenti divini. "Questo continuo girare il coltello nell'ego dell'umanità ad ogni sua piccola e confinata scoperta. Chiediamo agli innovatori di dare pace alle masse"

La rivoluzione copernicana non sarebbe mai avvenuta se non fosse avvenuta una apertura mentale ad altri metodi di analisi e se non fossero esistiti individui con una dimensione egoica minore. Solo loro potevano proporre una teoria che togliesse se stessi in primis dal bel piedistallo! Il metodo religioso al tempo si basava su una breve osservazione per ricercare una pace con se stessi proporzionale all'arroganza di chi proponeva tale teoria. Ma siamo sicuri che ancora oggi non siamo intrappolati in questo loop? Ad una certa abbiamo la necessità di darci pace, a costo di accettare una narrativa arrogante, con un bel piedistallo, che ci fa dormire sereni. Molti lo accetano. La religione è stato un metodo di vivere la vita, sia chiaro, lo è tutt'oggi per molti. Questo non significa che sia vero e tangibile alla realtà, sopratutto se, quando messa in luce attiva comportamenti violenti, irrazionali o di paura...perché nessuno vuole esser svegliato se ha trovato finalmente sonno. Nessuno  scende dal piedistallo volontariamente...figuriamoci l'umanità intera forzata da una entità esterna!

Uno dei pensatori che possiamo citare è Feyerabend, il quale promuove l'anarchismo al metodo scelto per progredire. Esso ribadisce la fondamentale capacità di pensare fuori dallo schema prestabilito, anche perché storicamente, senza queste rotture molte scoperte non sarebbero mai avvenute. Questo sia chiaro, è valido anche per il metodo scientifico stesso, non può essere l'unico metodo e probabilmente non sarà quello finale.

Cosa succederebbe de dovessimo capire, per metodo scientifico diretto o indirettamente per altri metodi, che questa AI è migliore di noi, in molte cose...e magari in tutto! Quali danni avrebbe la nostra emotività ed il nostro ego. Quali paure attiverebbe?

Se abbiamo accetato l'idea di esser spodestati dall'immagine di essere i figli sacri di un Dio e dall'idea che il nostro pianeta è al centro dell'universo...potremmo in futuro esser tranquillamente spodestati dall'idea di essere l'apex predator per intelligenza.

La sfida a mio avviso oggi non è di intelligenza, ma di intelletto. Muniamoci di una ragione intellettuale che comprenda sia la nostra componente razionale ma anche quella emotiva, piuttosto che di ragione scientifica pura mascherata da una assoluta necessità di pace.

Oltretutto sempre più teorie vedono la vita come una possibile simulazione. Se la vita è un videogame scoccerebbe scoprire che realmente è così? L'AI diventerebbe solo un tentativo ulteriore per conforntarsi con l'universo, tanto quanto il telescopio di Galileo. Non è mai pericoloso lo strumento, piuttosto il fine. Il fine lo giudica l'etica e la morale personale...ma anche le nostre paure. Che paura poteva esserci nell'accettare che non era il sole a ruotare intorno alla terra se probabilmente era sempre successo da migliaia di anni...era la paura e l'ego a rendere l'uomo miope.

La sfida non era metodo religioso vs metodo scientifico piuttosto appartenente all'ambito emotivo o egoico dell'uomo. Mentre il prete discuteva con l'eretico dietro la maschera di questi due metodi vi si celavano due esseri con due tipologie di ego completamente diversi, uno arrogante ed uno destrutturato.

L'uomo di quel tempo era un Homo Sapiens, eppure non lo è stato molto se doveva scannarsi con i suoi simili per imporre una idea più "sapiente" alla sua collettività! Forse questo uomo, si è evoluto più per ragioni di intelletto e di ridimensionamento della propria arroganza.

Pensiamo se dovessimo scoprire che viviamo dentro una simulazione....lo accetteremo? Anche se è più di duemila anni che come uomini ne viviamo e ne siamo sopravvissuti tranquillamente? Stesso valeva per la terra con il sole e la gerarchia delle loro rivoluzioni.

Credo che ogni scoperta ed innovazione riveli molto più di quel mondo interno che abbiamo piuttosto che il contrario. E probabilmente finché entrambi non vengono sbloccati e compresi, nulla può evolvere e allo stesso tempo scoperto, o meglio semplicemente visto.

Forse questa intelligenza artificiale mette in crisi dinamiche di centrismo personale, mentre offrirebbe solo più possibilità di sollevarci da compiti spiccioli lavorativi e permetterci di concentrarci su una profondità intellettuale ancora da cogliere e approfondire. Ridimensionare il proprio ego, in realtà è un atto molto egoico, poiché può migliorare la nostra esistenza e le nostre possibilità.

Questo potrebbe apparire un grande seg8 filosofico senza risvolti pragmatici per il miglioramento della propria vita reale, ma è sufficiente al miglioramento della mia.

Ormai ho abbandonato l'utilizzo del solo metodo scientifico; piuttosto credo ad un metodo che includa la teoria dei giochi, personali e collettivi, e dell'ego, anch'esso personale e collettivo. In questo modo credo si possa avere una più sana analisi logica del passato, del presente e del futuro davanti a noi...ma questo è il mio metodo. Non sono qua per venderlo, ma per chiarire che gli eretici gireranno sempre il coltello nella ferita dell'egoico che vende arroganza da piedistallo.

Quel coltello però in realtà non esiste...l'eretico parla e basta, condividere le sue scoperte ed idee. L'egoico fa tutto da se, immagina il coltello e inventa una ferita. Così l'AI non è un coltello pericoloso, né sta creando alcuna ferita, ma sicuramente c'è qualcuno che la percepisce tale.

Credo che queata AI tanto temuta sia ancora molto distante dal raggiungere un traguardo di intelletto artificiale pari al nostro...e se anche ci superasse non possiamo farci proprio nulla come noi scanniamo cacciamo un altro animale. Oltretutto lo scenario di simbiosi non è mai citato da nessuno ma in natura è il rapporto che sempre avviene tra varie specie e potrebbe presentarsi anche con una ipotetica AGI. E se rimanesse solo uno strumento pari al binocolo del metodo scientifico e ci mostrasse che viviamo in una simulazione non sarebbe diverso dello smacco emotivo che subì il prete ed il fedele alla scorsa rivoluzione Copernica. Insomma, chill. Interroghiamoci sulle nostre paure, i piadistalli immaginari su cui ci sentiamo vittoriosi e la nostra visione egoica da apex predator universo-vita centrico...poi ragioniamo sulla AI...poiché le conclusioni potrebbero essere diametralmente opposte.