Civil-Initiation

"Civilization is the process of setting man free from men"

Questa frase è di Ayn rand; pensatrice, scrittrice e filosofa di origine russa che abbandonando l'unione sovietica si trasferì in america dove poi passo il resto della sua vita.

Fu capace di sottolineare come alcuni cambiamenti culturali che stavano avvenendo in USA, ai suoi occhi, sembravano molto simili, e per lei preoccupanti, poichè volgevano verso cambiamenti che erano già avvenuti nella sua terra natale. Quei cambiamenti portarono al lento ed inevitabile collasso della allora Unione Sovietica. Chissà se Ayn Rand era una paranoica oppure una persona con maggior esperienza, avendo già osservato e vissuto sulla sua pella la disfatta del pensiero collettivo di controllo sulla intera vita di ogni suo singolo.

Tornando alla frase di Ayn Rand e osservando in modo ampio la storia dell'umanità e dei suoi patti sociali, non possiamo che riconoscere che gli individui hanno avuto sempre più libertà nel tempo.

Sia chiaro, questa libertà è avvenuta grazie ad un aumento delle opportunità, della ricchezza e delle risorse. L'uomo oggi ha sempre più libertà di credo, libertà di costumi, libertà di risorse da cui apprendere e beni che vuole possedere e modificare.

Quando le risorse sono poche sia chiaro, sopratutto in piccole civiltà, è sempre socialmente inaccettabile la concentrazione di risorse e questa concentrazione diventa un malus per la collettività e per la sua crescita....ma quando le risorse abbondano?

Se la società ha estrema ricchezza e opportunità di crescita per ogni suo individuo la forza collettiva verso i singoli che vogliono solo esprimere la loro natura diventa un atto di forza aberrante.

Oggi il processo è paradossale poiché le risorse sono tantissime ma sono anche molto concentrate. Ma questo concentramento è stato voluto dai patti sociali che gli individui hanno pienamente accettato tramite sempre maggiore delega. Se vivessimo in un periodo di diminuizione di beni, mancanza di risorse comprenderei una logica di collettivizzazione. Ma non è così, le risorse son state concentrate per corto circuito logico dei patti sociali. È un problema non relgabile alla natura che ci circonda ma alla mente degli individui appartenenti alla collettività. L'unione Sovietica è collassata per inefficienza istituzionale, non perché non c'erano più risorse naturali sul suolo russo o perché l'intero popolo russo non avesse bisogno di fabbriche che producessero beni per loro stessi.

La storia dell'umanità ne è una dimostrazione e il cittadino in questo lentissimo processo di libertà, che sia chiaro, ha le sue fasi di espansione di libertà, ma anche fasi di sottrazione della propria libertà, piano piano riesce ad essere sempre meno vincolato alla arroganza collettiva.

Se così non fosse, molte forme di potere sarebbero ancora arcaiche. Avremmo faraoni che rappresenterebbero il potere politico ma anche quello religioso allo stesso tempo. Avremmo il potere politico che non avrebbe subito una divisione in potere legislativo, esecutivo e giuridico.

Insomma il processo è questo, tramite patti sociali gli individui cercano di organizzare forme di potere sempre meno centralizzate ed arroganti verso loro stessi, ma questo non significa che questi centri di potere non cercheranno di sottometterli costantemente. Si creerà sempre, nonostante la frammentazione dei poteri, l'incentivo di fare oligopolio o cartello, e insieme veicolare attacchi sottomissivi verso la restante parte della popolazione.

È sicuro, che con logica e rivalutazioni personali i cittadini cercheranno di smontare vecchi patti sociali per formarne di nuovi, debellando l'aggressione verso loro stessi. È un processo lento ed inesorabile, ma è un processo verso la sempre maggiore libertà individuale...questo non significa che sia scontato il risultato, né che qualcuno combatterà una nostra battaglia personale per difenderci gratuitamente. E sicuramente non sarà la delega verso una forma di potere che ha tutti gli incentivi a sottometterci a liberarci.

La civilizzazione è il processo di rendere gli uomini liberi dagli altri uomini. Non c'è nessun principio civile nell'autorizzare il governante a migliorare la propria posizione...poiché l'unica cosa che può fare e che farà, sarà quella di sottrarci potere e libertà in realtà.

La libertà non è un diritto...e i diritti non esistono proprio (né in nessuno dominio animale tantomeno tra gli esseri umani).

I diritti in realtà non sono altro che promesse di morte reciproche.

Per questo motivo anche quando su carta "i diritti sono scritti e garantiti" ma la libertà del singolo viene soffocata lentamente il popolo si ribella. L'unione Sovietica era ricchissima di diritti per il cittadino...ma al cittadino interessa quello che può fare con la propria vita. Il cittadino ha zero interesse ai diritti su carta gine a se stessi. Ciò che è su carta deve avere validità nel mondo reale o i cittadini lentamente comprendendo ciò vorranno in realtà meno diritti. Lentamente, il processo cibile è una riorganizzazione che cerca di riappropriarsi del coltello e della pistola verso la forma di governo che lui stesso ha elevato sopra se stesso....la forma di governo a cui lui ha fornito coltello e pistola con cui difenderlo.

La civilizzazione è un processo stupendo di patti sociali che mutano....ma ha un costante costo energetico intellettuale, economico e di ripercussioni violenti tramite il quale ci puntiamo reciprpcamente pistole alla schiena per non essere fottuti.

Chi abbraccia ideologie di "diritti garantiti" senza voler sostenere questi costi è destinato ad appartenere alle masse che perdono battaglie su battaglie senza ottenere cambiamenti tangibili per la loro vita. Rallentano il processo di civilizzazione e di libertà per loro stessi poiché sono i primi responsabili della costrizione della loro stessa libertà.