Stoicismo con tachicardia
Ogni giovedi corro circa 21 km senza bere. Apposta.
Non per dimostrare niente.
Solo per godermi quel primo sorso dopo, quando hai la bocca impastata e la testa che pulsa.
Siamo diventati consumatori pigri.
Vogliamo il piacere subito, modulato, pre-erogato.
Vogliamo temperature ottimali e notifiche di gratitudine.
Ma il piacere vero nasce solo dopo il vuoto.
Dopo l’assenza.
Privarsi è un’architettura del piacere.
Correre senza acqua non è follia: è designv sensoriale applicato al corpo.
Bere è un gesto.
Farci arrivare è l’opera.